Il concetto d’amore pt. 3

Ciaooo a tutti!! Oggi sono vi porto altri 3 capitoli del mio racconto: il quarto, il quinto e il sesto. Non vi rubo altro tempo: BUONA LETTURA!!

CAPITOLO 4 – NOVITÀ 

Drinnnnnn!!!! Eva tirò su la testa dal banco e uscì dall’aula. In corridoio incontrò Laura.

“Ti senti bene, Eva?”

“Ehm…si si!”

“Sicura?”

“Si tranquilla” rispose Eva.

16:36. “Eva non dovresti scrivere anche tu il tema?” la incitò Laura.

“Ehm…si si. Non è importante. E poi cosa dovrei scriverci? E tu cos’hai scritto?” disse Eva avvicinandosi alla scrivania a cui era seduta Laura.

“Io ho scritto che non conoscevo bene i miei genitori e che sono morti quando ero piccola e che…” a Laura scese silenziosa una lacrima sulla guancia. Eva se ne accorse ma non disse nulla.

“Comunque ti vedo persa nei tuoi pensieri ultimamente” disse Laura asciugandosi la guancia con la manica del maglione.

“Eva?! Eva!!”

“Si scusa. Sono solo un po’ stanca”

19:30. Pollo e patate. Pane duro. La solita cena, niente di che.

21:00. “Ragazze! Tutte a letto!” grida la suora puntuale come tutte le sere.

21:09. “Io vado” bisbigliò Eva a Laura.

Mentre ascoltava la musica pedalava in sella alla sua amata bici.

In 3 minuti esatti era davanti al cancello.

21:12. Parcheggiava la bici.

21:15. Ultimo scalino. 

21:17. Trovò il coraggio di aprire il portone per la seconda volta.

21:36. Esplorazione della casa.

2:00. Crollò sfinita sul pavimento con la schiena appoggiata al muro.

4:09. “BOOM!BOOM!BOOM!” Ancora quel rumore, pensò Eva, si alzò e fece per uscire. 

Fuori si sedette sul penultimo scalino. 

Respirò l’aria fredda della scura notte. 

Un brivido le passò per la schiena.

Aveva gli occhi stanchi e pesanti. Aveva sonno.

Fino ad ora non si era mai sentita così.

Le brontolava lo stomaco. Aveva fame.

Frugò nella tasca della giacca. Mezza barretta di cioccolato rubata in mensa.

Finito il cioccolato salì sulla bici.

4:27. Scala a pioli.

4:29. Finestra.

Laura si accorse di Eva ma non fece domande.

4:53. Eva si addormentò.

Nei giorni seguenti Eva tornò più volte alla villa.

Sabato mattina. Gita in fattoria.

Sabato pomeriggio. “Eva vieni a studiare con noi!”.

Eva fece finta di non sentire. Non le andava di studiare.

Si chiuse in palestra. 

Come al solito, d’altronde. 

537 pagine. Lo finì in 2 ore e mezza.

Era abituata a leggere molto in poco tempo senza distrarsi.

Eva senti la porta della palestra che si apriva. 

Una folata di vento gelido entrò e poi la porta si chiuse di botto.

Non notò nessuno ma rimase in allerta per alcuni minuti.

Da dietro l’angolo spuntò un ragazzo alto ma non troppo con un lungo ciuffo moro che quasi gli copriva gli occhi di quel blu intenso, profondo quasi da caderci dentro.

Eva sentì una strana sensazione nel petto. 

Non il dolore che le provocavano i ricordi, un dolore bello, piacevole; ma devastante allo stesso tempo. 

Eva iniziò a sudare.

Rimase nascosta. 

Voleva rivederlo. Ma non lo conosceva.

Decise di aspettarlo in palestra tutti i giorni alla stessa ora.

                                                     CAPITOLO 5 – AMARE

Eva si sentiva confusa.

Non aveva mai provato nulla del genere.

E non avrebbe mai pensato di poter provare certe emozioni.

Non l’aveva mai visto da quelle parti.

Provò a toglierselo dalla testa ma lei non lo voleva davvero.

Nei giorni successivi lo vide 3 volte. 

Passava il suo tempo a pensare a lui.

Quella sensazione di gioia mista ad euforia con un pizzico di malinconia.

Laura si accorse dello strano comportamento di Eva. 

“Eva stai bene?”

“Si ma ultimamente mi sento strana”

Eva raccontò a Laura quello che provava quando vedeva il ragazzo misterioso.

“Eva! Ti sei innamorata!!”

Innamorata?

Amore?

Che cosa voleva dire amare per davvero?

Eva non aveva mai amato nessuno e non si era mai sentita amata da nessuno a eccezione di sua nonna.

Il giorno seguente si nascose e lo aspettò.

Il cuore le batteva a mille.

Appena lo vide venne sopraffatta da quelle emozioni e svenne.

Quando apri gli occhi si trovò il suo viso vicino.

“Oh! Ti sei svegliata. Ti senti bene?”

“Ehm……”

“Comunque piacere io sono Lorenzo.”

Lorenzo, Lorenzo, Lorenzo… non riusciva a togliersi il suo nome dalla testa.

Una volta che si fu sentita meglio lei sbiascicò:

“Ehm…io s-sono Eva, cioè mi chiamo Eva.”

“Vieni spesso qui?”

“Ogni tanto.”

“Io sono nuovo.”

Eva sentiva il suo cuore battere. 

Un battito forte ma regolare.

Lorenzo……..che bel nome.

CAPITOLO 6 – LORENZO 

Lorenzo, Lorenzo, Lorenzo, Lorenzo, Lorenzo, Lorenzo, Lorenzo, Lorenzo, Lorenzo……………

Lo amava davvero?

Sapeva come amare? 

Le sarebbe piaciuto amare?

Quel piacevole dolore al petto la invase.

Ormai le succedeva tutte le volte che pensava a lui.

Non sapeva cosa fosse ma era talmente piacevole che decise: LEI VOLEVA IMPARARE AD AMARE!

Ma lui la avrebbe amata?

Amare era doloroso?

Eva si rigirò nel letto.

8:00. La sveglia.

Lorenzo. 

8:15. Colazione.

Lorenzo.

8:30. Biologia.

Lorenzo.

Tutti i giorni per tutto il giorno.

Lorenzo.

Lui era nei suoi pensieri, SEMPRE.

“LORENZO” le risuonava nella testa.

IL SUO UNICO PENSIERO.

Quando pensava a lui arrossiva e le si stampava un sorrisetto sulla faccia che tratteneva a fatica.

Lorenzo.

La sua voce calma e ipnotizzante.

Cercava di non perdersi nei suoi occhi.

Era più difficile del previsto.

Forse Laura aveva ragione lei lo amava davvero.

E ora?

Cosa avrebbe dovuto fare?

21:36. Si addormentò. 

Niente villa stasera.

Solo Lorenzo.

DAN! DAN! DAN! Adoro la suspance!
Ci vediamo la prossima volta con i prossimi capitoli!!! Ciaoooooooo!!🫶🏻😊

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